Alfasigma è impegnata da anni sul fronte della responsabilità sociale d’impresa: un impegno rafforzato nel periodo di emergenza
Come impresa farmaceutica, Alfasigma è impegnata da anni sul fronte della responsabilità sociale d’impresa: un impegno rafforzato nel periodo di emergenza, durante il quale l’azienda si è impegnata per consolidare e mantenere i rapporti con gli stakeholder supportandoli, attraverso numerose iniziative in tutto il mondo.
Professionisti sanitari, medici, ospedali, dipendenti e organizzazioni culturali locali sono la spina dorsale nella lotta contro COVID-19. Per sostenere questi pilastri, Alfasigma ha deciso di lanciare un programma di aiuti a favore dei Sistemi sanitari nazionali, che si è sviluppato in modo capillare in tutto il mondo attraverso le filiali dell’azienda.
In Italia, azioni a favore di dipendenti, operatori sanitari e famiglie in difficoltà
Per Alfasigma la salute dei dipendenti e delle loro famiglie, dei partner del sistema sanitario e della collettività, oltre al mantenimento della business continuity, sono da sempre una priorità.
Proprio per questo motivo, sin dall'inizio dell’emergenza, l’azienda ha disposto misure di sicurezza per il contenimento della diffusione del virus e la tutela dei propri lavoratori.
La maggior parte del personale ha proseguito i propri incarichi in smart working da casa, sfruttando anche l’esperienza maturata negli ultimi anni, durante i quali l’azienda aveva già avviato modalità di lavoro agile.
Per mantenere l’impegno nei confronti di medici e pazienti, gli stabilimenti produttivi di Alanno, Pomezia e Sermoneta non si sono mai fermati e i lavoratori hanno continuato la propria attività quotidiana. Come ringraziamento per lo sforzo dimostrato da tutti i dipendenti e collaboratori, l’azienda ha disposto per marzo e aprile un’indennità giornaliera, a carattere straordinario e temporaneo, per ogni giornata di effettiva presenza nella normale sede di lavoro.
Ed è proprio grazie alla collaborazione di tutti i dipendenti che l’azienda è riuscita a devolvere 180.000 euro a Caritas Italia. Attraverso un’iniziativa di raccolta fondi, i lavoratori di Alfasigma e Biosint hanno donato a libera scelta una parte della propria retribuzione oraria, che è stata poi integrata dall’azienda prima della donazione. Con i fondi, Caritas Italia ha acquistato prodotti alimentari da distribuire alle famiglie e alle persone più in difficoltà.
Alfasigma ha inoltre risposto all’appello di Croce Rossa Italiana – Comitato di Pomezia per il reperimento di celle frigo in cui stoccare le scorte alimentari da distribuire alle famiglie in difficoltà sul territorio di Pomezia, donando un totale di quattro frigoriferi.
Per aiutare le persone in prima linea nella lotta a Covid-19, Alfasigma ha aderito alla raccolta fondi “Insieme senza Paura” promossa dalla FIMMG – Federazione Italiana Medici di Medicina Generale con Cittadinanza Attiva per l’approvvigionamento e la distribuzione di dispositivi di protezione individuale per tutti i medici di prima assistenza. Le industrie farmaceutiche a capitale italiano aderenti a Farmindustria (FAB13) – ovvero Abiogen Pharma, Alfasigma, Angelini, Chiesi, Dompè, I.B.N Savio, Italfarmaco, Kedrion, Neopharmed Gentili, Menarini, Molteni, Recordati, SPA, Zambon – hanno donato a questa causa più di 3 milioni di euro in beni e risorse finanziarie. Benchè internazionalizzate, queste aziende hanno scelto di rimanere con sede in Italia e ogni anno investono nel nostro Paese oltre 1 miliardo di euro, impiegando 50.000 persone in ricerca e produzione.
Per supportare le Regioni italiane che ospitano le sedi Alfasigma con il maggior numero di dipendenti (Emilia-Romagna, Lazio e Abruzzo), l’azienda ha deciso di impegnarsi in donazioni mirate alle esigenze dei singoli territori. Per il Comune di San Felice sul Panaro (in provincia di Modena, Emilia-Romagna), Alfasigma ha deciso di contribuire attivamente all’acquisto di mascherine e DPI da distribuire alle persone del luogo.
Nelle sedi estere l’impegno di Alfasigma continua
Anche le filiali estere di Alfasigma (per ora Cina, Belgio, Tunisia, Spagna, Romania, Messico, Portogallo e Polonia) hanno supportato con iniziative dirette il lavoro di chi è stato in prima linea durante l’emergenza, tramite donazioni monetarie oppure fornendo dispositivi di protezione individuale, attrezzature biomedicali (ad esempio respiratori) e altri beni di prima necessità.